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Il presupposto che accomuna i saggi raccolti nel volume è che la teologia fondamentale, per non accontentarsi di essere un vago aggiornamento dell'apologetica, deve implicare un'estetica, intesa inscindibilmente come teoria dell'arte e del sentire. Solo così la sostanza teologica della rivelazione e la forma antropologica della fede possono essere adeguatamente vagliate, alla luce del sentire umano. Affinché la promessa cristiana ci appaia degna di fede non basta considerarla ragionevole, occorre saperla 'immaginare': impegnare cioè nei suoi confronti le risorse della sensibilità e dell'immaginazione.