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Frida ha sedici anni quando, dall'Illinois, approda a Castellammare di Stabia per uno scambio culturale. Un anno di scuola e di vita in una famiglia italiana, e per Frida comincia una stagione di scoperte, di shock culturali, di entusiasmo, di amore, dolore e crescita in un sovvertimento di sensi che, ancora una volta dopo Perduti nei Quartieri Spagnoli, affascina e spiazza il lettore italiano offrendo un punto di vista empatico, sorprendente, su di noi e le nostre vite. Da subito, Mamma Anita s'impone come un personaggio grandioso: estroversa, carnale, priva di schemi, un ciclone di donna che afferra Frida con impeto eppure, a suo modo, con delicatezza, portando una ragazza che è poco più di una bambina nel mondo delle donne adulte, dei sentimenti, delle passioni, delle ferite. Così Frida cresce, attraverso l'educazione di Anita e l'amore per Raffaele, il ragazzo sbagliato, quello che non avrebbe dovuto incontrare, vicino al mondo della camorra, il giovane violento, arrogante e però quello che, più di tutti, porta impresso il marchio della sua ferita, della sua bruciante dolcezza.