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Salwa Salem racconta la sua storia di palestinese nata in quella terra di aspri conflitti e costretta a un lungo esilio. Quando Salwa ha 8 anni la famiglia viene sradicata dalla sua terra in seguito all'esodo di massa di tre quarti della popolazione palestinese dovuto alla fondazione dello Stato di Israele, e si trasferisce a Nablus. A soli 15 anni Salwa entra nel partito Ba'ath, fa volantinaggio per la causa palestinese, discute con le compagne sui diritti delle donne. Negli anni successivi lotta per poter studiare, lavora come insegnante in Kuwait e riesce a iscriversi all'università di Damasco. Si sposa per amore, e col marito si trasferisce a Vienna e poi in Italia. In un intreccio di fattori storici ed economici, fedi politiche e religiose, scelte complesse fra emancipazione e tradizione, fra desiderio di pace e necessità di lotta, emerge l'originale personalità di una donna che ha voluto essere soprattutto se stessa. Una donna che ha scelto liberamente un lavoro e un marito, che leggeva Kafka e Simone de Beauvoir insieme alla letteratura araba, che ha voluto avere dei figli nonostante le difficoltà della famiglia. Una donna vitale e coraggiosa che ha lottato per vivere "con il vento nei capelli".