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Pochi dilemmi nella storia del pensiero umano hanno suscitato dibattiti così appassionanti come quello sulla coscienza. Fino a qualche decennio fa non molti studiosi riconoscevano dignità scientifica al problema, forse a causa della sua intima natura soggettiva, dell'impossibilità di misurare l'introspezione, dell'artificiosa opposizione tra conscio e inconscio. Così lo studio della consapevolezza è stato per lungo tempo appannaggio della filosofia, della letteratura, della teologia, rafforzando il pregiudizio secondo cui tra cultura umanistica e scientifica debba esservi una rigida separazione. Questo libro è un viaggio nel misterioso e familiare arcipelago della coscienza e traccia i lineamenti di una scienza della coscienza che riduce la distanza tra soggettività e oggettività, mostra come la razionalità sia il risultato di un lungo processo evolutivo e non una caratteristica innata della nostra specie, e come la mente abbia una sua vita che oscilla tra luce e oscurità, tra consapevolezza e inconsapevolezza.