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Il volume raccoglie il commento alle norme che il codice di procedura civile dedica ad una delle "vicende anomale del processo", l'interruzione. Di essa si occupa prima di tutto rivisitando i risultati della dottrina classica quanto ad inquadramento sistematico dell'istituto, al suo oggetto e funzione, per procedere poi alla ricostruzione di un più attuale ambito di applicazione alla luce delle garanzie costituzionali. Molti sono i problemi applicativi che le norme commentate pongono all'interprete, di massima importanza per l'operatore del diritto e dei quali si cerca di proporre delle soluzioni in modo dialogico con le opinioni espresse sul punto dalla dottrina e le decisioni assunte dalla giurisprudenza. Per citarne solo alcuni, sui quali le Sezioni Unite della Cassazione sono intervenute più volte negli ultimi anni, basti ricordare quelli che derivano dall'applicabilità o meno dell'interruzione alle vicende estintive delle società di capitali; o ancora, quelli posti dalla mancanza di una chiara soluzione in merito all'individuazione dei soggetti legittimati al compimento degli atti collocati tra un grado e l'altro del giudizio, nel caso in cui si verifichino eventi menomativi o esclusivi della capacità processuale a carico di una parte, con una serie di dubbi interpretativi che obbligano all'esame delle norme del codice di rito (art. 285, 286, 328, 330) contenenti le disposizioni che disciplinano gli effetti degli eventi interruttivi con riferimento alla notificazione della sentenza e dell'impugnazione.