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"Via, via, voglio volare a te, non portato da Bacco e i suoi leopardi, ma sulle ali invisibili della poesia." "Il Poeta è la più impoetica delle cose che esistono, perché non ha identità, è continuamente occupato a riempire qualche altro Corpo, il Sole, la Luna, il Mare e gli Uomini e le Donne... tutte creature naturali, naturalmente poetiche, ma il poeta no, non ha identità, è certamente la più impoetica di tutte le Creature di Dio." Chi scrive queste parole in una lettera che diverrà un fondamento della conoscenza poetica è John Keats, morto a soli ventisei anni in una stanza di Piazza di Spagna, a Roma. Forse conscio della brevissima durata della propria vita, egli fu in pochi anni autore di un'opera vastissima, che esprime tutta la gamma della poesia. Dalle odi - celeberrime quelle all'Urna greca, al Sonno, all'Usignolo, a Psiche, alla Melanconia -, ai sonetti - i più importanti della lingua inglese dopo Shakespeare -, alla ballata, al poema, al dramma in versi. Sulla scia dei grandi poeti romantici inglesi, dal padre Coleridge ai contemporanei Byron e Shelley, la poesia di Keats è splendidamente lirica, ma racconta: egli è un grande narratore in versi, purissimi ma incalzanti. In questa raccolta antologica, curata da Roberto Mussapi, il lettore vedrà scorrere tutto il mondo, variegato e complesso, di John Keats, in una nuova traduzione d'autore che ne esalta la forza e la suggestione.