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Negli anni 90, la privatizzazione delle imprese pubbliche e le inchieste di Mani pulite sembravano favorire l'aumento delle grandi imprese e un'economia basata sulla trasparenza e la concorrenza. Il capitalismo italiano, invece, ha meno protagonisti di prima. I padroni hanno usato i soldi del mercato per regolare i loro conti anziché investirli nella crescita. Tra il 1986 e il 2001, solo la Fiat ha distrutto ricchezza per 27 mila miliardi di lire, mentre la Fininvest, che ne ha guadagnati 11 mila, è un caso unico nel panorama italiano. Nel paese che sogna il diritto al licenziamento senza giusta causa dei lavoratori, l'autore si chiede se lo stesso principio possa essere applicato agli azionisti, quando le giuste cause sono così frequenti.