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"Mi chiamo Daniele, ho 35 anni e ho avuto un'infanzia molto, molto cattolica. Vi prego... non dite ai miei genitori dell'esistenza di questo fumetto." Daniele cresce in una famiglia molto cattolica. Anche troppo. Va a messa tutte le domeniche, fa il chierichetto, recita le preghiere prima di dormire... ma intanto sente crescere in sé il seme del dubbio. Finché, ormai adolescente, la fede svanisce. La nuova condizione non è poi così male. Il problema è confrontarsi con i genitori, gli amici e il contesto sociale. Anni dopo, Daniele si ritrova assieme a Stefano, al tavolo di un bar, a rievocare e commentare quella presa di coscienza. Concludendo che, al di là del conflitto tra fede e razionalità, il terreno di scontro è quello delle emozioni. "Perché," come dichiarano i due autori del "Timido anticristo", "il vero potere della religione non è solo quello ecclesiastico, ma è l'influenza che il dogma ha sulla nostra intima moralità, sulle nostre convinzioni, sul nostro personale discernimento tra cosa è bene e cosa è male". "Il timido anticristo" è una graphic novel ironica e beffarda che, partendo da una vicenda personale, scatena risate liberatorie insieme a riflessioni profonde e universali.