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La vicenda editoriale del Dottor Zivago è un romanzo sul romanzo, una storia tanto avventurosa e labirintica quanto quella del grande capolavoro. In "Zivago nella tempesta" Mancosu si fermava alla morte di Pasternak, avvenuta il 30 maggio 1960. Ma restavano da chiarire molti interrogativi, e molte piste dovevano ancora essere seguite. Perché il caso editoriale più clamoroso del Novecento rimane oscuro se non si racconta la storia d'amore tra Pasternak e la sua compagna Ol'ga Ivinskaja e se non si rivolge l'attenzione al destino della donna. Un destino segnato dalla costante presenza del Kgb, degli apparati politici sovietici e dei comunisti italiani legati a Pasternak. Lavorando da detective su documenti che per sessant'anni erano rimasti custoditi negli archivi Feltrinelli, Mancosu racconta una storia avvincente in cui si susseguono i colpi di scena e include l'intercettazione da parte del Kgb del "testamento" di Pasternak, la costruzione di documenti falsi, fino all'arresto di Ol'ga e di sua figlia Irina e alla loro condanna al campo di lavoro in Siberia. Un caso editoriale che non si capisce se non si entra nei dettagli della storia dei dattiloscritti dello Zivago. A partire da importanti documenti, conservati negli archivi Feltrinelli e in altri archivi in Europa, Russia e Usa, Mancosu riscostruisce le peripezie dei sette dattiloscritti che Pasternak inviò da Peredelkino in Occidente nella speranza che almeno uno trovasse la via della pubblicazione. Così ricostruisce quale dei sette dattiloscritti fu la fonte dell'edizione russa pirata orchestrata dalla Cia nel 1958 e l'identità di chi fornì il microfilm del dattiloscritto alla Cia. Una storia che fino a oggi era rimasta avvolta nel mistero.