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Se le diseguaglianze crescono, la recessione non si ferma, i governi traballano e i padroni chiudono, delocalizzano, ricattano, come si fa a restituire al lavoro la centralità che pure la nostra Costituzione proclama nel suo primo articolo? E qual è il ruolo del sindacato in questi nuovi scenari? È vero che la classe operaia non esiste più, che la sua rappresentanza è in crisi, che non ci possiamo più permettere lo stato sociale e le garanzie che abbiamo conosciuto negli scorsi decenni (e che erano state conquistate, appunto, grazie a dure lotte sindacali)? In questo libro, Maurizio Landini pubblica, affronta i nodi irrisolti della realtà italiana. Partendo dalla crisi, dalla rabbia sociale, dalle condizioni del paese, della gente, dei lavoratori e passando per l'impotenza della politica, la sottovalutazione dei media, le logiche perverse dell'economia finanziaria e globalizzata, Landini tenta di proporre una visione alternativa al pensiero unico liberista. Una visione che passa attraverso diritti da difendere (non solo quello al lavoro, ma anche alla salute, alla scuola e al welfare in generale), precarietà e disoccupazione da combattere anche grazie a un reddito di cittadinanza, ma soprattutto attraverso un investimento massiccio in democrazia, cominciando dal sindacato.