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L'Afghanistan è terra di guerra, di invasori che hanno ceduto ad altri invasori, di dominatori che hanno ceduto ad altri dominatori. Nella successione di morte e violenza, di sangue, di intolleranza, l'Afghanistan è stato terra che ha pagato rimuovendo e distruggendo bellezza, tradizione, passato. Ogni volta sempre più duramente in un'ansia di cancellazione fatale. Ma la memoria resta. Qualcuno ha provato a occultare, velare, contraffare. Così accade per un enorme volto del Buddha rimasto intrappolato sotto una fabbrica di profumi, così per gli affreschi libertini che riemergono dal fango che li ha salvati, così per i libri antichi inchiodati al soffitto che ora si staccano e cadono a terra. Così accade nel microcosmo della casa di Marcus Caldwell, alle pendici delle montagne di Tora Bora. Intorno a questo microcosmo ruotano personaggi che per motivazioni diverse risalgono nel tempo a misurare identità, cercare tracce di persone scomparse, echi di promesse mozzate, indizi di sogni. Dal giovane talebano che ha imparato a sparare bambino alla ex spia americana che vive nel paese da un quarto di secolo, di tutti hanno una strada che li porta lì come a un incrocio di destini in attesa altre strade. Una formidabile tensione che arriva da lontanissimo elettrizza i personaggi catalizzati dalla casa di Marcus Caldwell. Si tratta di rintracciare dove la pietà e la speranza possano finalmente dispiegarsi per concludere l'infinito dopoguerra di un grande paese martoriato.