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"Duri a Marsiglia", scritto nel 1974, racconta le avventure (autobiografiche o no, non importa) di un adolescente italiano che si fa chiamare "Charles Fiori" e in poco tempo diventa "bambu", soldato di marciapiede della mala, sempre mantenendo il suo sguardo meravigliato e insieme finto-cinico. "Charles Fiori" si immerge a capofitto tra i gangster corsi, calabresi e via dicendo dai panciotti colorati, dai nomi assurdi e dai traffici molteplici, in guerre senza quartiere, nel gran respiro della città. E ne nasce, ha scritto Giovanni Arpino, "un "feullieton" inesausto, tutto giocato sull'onda del filone "nero" francioso, un po' Gabin e un po' teatro "d'abord", tanto cinema in sequenza e grani di Prévert sparsi qua e là."