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Capolavoro di poesia, capolavoro di oscurità, l'Apocalisse rimane il libro chiuso, per le cose che vi si rappresentano e per lo stile ermetico e logicamente incoerente, temerario, contraddittorio. Le profezie vi sono espresse in spettacoli, in liturgie celesti, in immagini arcane, improvvise, impreviste; in numeri cabalistici con temerità da fiaba, come se l'autore possedesse le chiavi dell'abisso e vi si accompagnasse per farcelo conoscere. Ma proprio questa oscurità crea il suo fascino, la sua suggestione profonda, la sua verità trascendente. (Dalla prefazione di Cesare Angelini)