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La raccolta di racconti pubblicata da Cortázar negli anni Cinquanta. «A volte lo scrittore di racconti sceglie, e altre volte sente come se il tema gli si imponesse in modo irresistibile, lo spingesse a scriverlo. Nel mio caso, la maggior parte dei racconti sono stati scritti - come dire - al margine della mia volontà, al di sopra o al di sotto della mia coscienza raziocinante, come se io non fossi altro che un medium attraverso il quale passasse e si manifestasse una forza estranea. [...] A me sembra che il tema da cui uscirà un buon racconto sia sempre eccezionale, ma non voglio dire con questo che un tema debba essere straordinario, fuori del comune, misterioso o insolito. Anzi, può trattarsi di un aneddoto perfettamente triviale e quotidiano. L'eccezionalità risiede in una qualità paragonabile a quella della calamita; un buon tema attrae tutto un sistema di rapporti connessi, coagula nell'autore, e più tardi nel lettore, un'immensa quantità di concetti, intravisioni, sentimenti e perfino idee che galleggiavano virtualmente nella sua memoria o nella sua sensibilità». (Julio Cortázar)