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Angelo Ara e Claudio Magris si sono proposti di indagare proprio la peculiarità del "caso Trieste", studiandolo nella sua storia e nelle testimonianze letterarie. Ecco dunque l'unicità, a sua volta spesso mitizzata, di un crocevia che rispecchia le tensioni europee, che fonde - spesso drammaticamente - culture ed etnie diverse, e in cui possono convivere l'irredentismo e il culto di Francesco Giuseppe, il cosmopolitismo e la chiusura municipale. Profondamente triestine, e insieme internazionali, di una modernità che oggi possiamo intendere meglio, sono le figure che campeggiano in queste pagine: Svevo, Saba, Slataper, e poi i fratelli Stuparich, Michelstaedter e tanti altri ancora, al tempo stesso mediatori di esperienze diverse e inventori originali in proprio.