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Questo di Alida Airaghi è un libro profondamente autobiografico ma in maniera distanziata da un "gioco": scrivere le varie sezioni "alla maniera di" tutti i più grandi poeti italiani del Novecento, da Gozzano a Saba, da Ungaretti a Montale, da Caproni a Luzi, da Zanzotto a Pasolini e altri ancora. Una forma di confessione privata travestita da esercizio tecnico, che dimostra il grande orecchio poetico dell'autrice e le permette di proiettare i nodi più privati della propria vicenda esistenziale, che siano il rapporto col padre o la morte del marito, in un quadro più ampio e decantato di storia letteraria. Naturalmente per ognuno di questi nodi l'Airaghi sceglie un poeta di riferimento consentaneo e vicino a quel tipo di situazione. Omaggi, dunque, ai grandi autori della poesia italiana del Novecento, ma anche l'assimilazione profonda di diversi linguaggi poetici che diventano esperienza personale e mezzo espressivo della vita interiore. Completa il volume una raccolta indipendente dagli "omaggi", intitolata "II viaggio", nella quale l'autrice racconta una sua breve vacanza invernale a Zurigo, città dove anni prima aveva vissuto una fase fondamentale della sua vita. Dunque ancora una volta la prevalenza del tema autobiografico, declinato in questo caso senza apparenti attraversamenti intertestuali. Postfazione di Jean-Jacques Marchand.