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Ci sono uomini il cui genio è conclamato fin dalla più tenera età. Crescono strani. Non sono troppo bravi a vivere e a volte, purtroppo, muoiono presto. Ma è difficile dimenticarli, perché riescono a lasciarsi dietro segni incancellabili, anche quando si tratta di segni delicatissimi ed eterei fatti di note musicali, o del tocco inimitabile delle loro dieci dita su una tastiera. Ci sono uomini i cui talenti sono handicap. Da subito, pagano tutto più caro degli altri. Non brillano. Devono lavorare sodo per far emergere le loro immense ma inconsuete capacità. Perché lunga è la strada che separa un povero contadinello semicieco di una remota regione canadese dai sontuosi pianoforti della Steinway & Sons. Anche se quel bambino vede le note musicali come colori e ha un udito prodigioso. Ci sono oggetti che dovrebbero essere uguali in tutto ad altri oggetti. Sono costruiti artigianalmente da maestranze di grande competenza, certo, ma escono pur sempre da una fabbrica, secondo specifiche codificate. E invece, per qualche motivo, sono magici. Se li si accudisce e li si ama diventano perfetti. Ma gli oggetti, si sa, si usurano o - peggio - si rompono. Spezzando dei cuori.