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Amaranta è una suora che giorno dopo giorno è invecchiata nella sfiducia, "nel sospetto di stare dentro a una storia bugiarda". Rifugiandosi nella vocazione come in una tana, si sente dolorosamente diversa dalle altre suore che sembrano indaffarate e felici. Un giorno la madre superiora le ordina di dedicarsi alla cura dei bambini dell'asilo: una proposta terribile per Amaranta, che i bambini non li ama né li capisce. Eppure il contatto quotidiano con quelle tredici creature la cambia profondamente. Il suo cinismo, il suo disincanto sfarinano nella concretezza dei gesti e dei rapporti. Poi arriva Luca, un bambino problematico, quasi autistico. Nel corso del libro pronuncerà - quasi come un diavolo tentatore - solo tre parole, tre parole strane e casuali (sigaretta, ruba, uomo) che suor Amaranta interpreterà come ordini diretti a lei. Cosí fumerà una sigaretta, ruberà un oggetto in un centro commerciale e amerà un uomo. E si troverà infine degna di se stessa.