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L'inizio è una bottiglia misteriosamente difettosa in un'enoteca di Parigi. Per capirne la ragione, Nossiter visita le cantine più rinomate di Borgogna e i vitigni più rigogliosi del Brasile, incontra vecchi contadini, affascinanti sommelier e giovani enologi. E, intanto, riflette sul vino, parla di cinema, di arte e di letteratura, senza mai smettere un attimo di assaggiare, giudicare e provare piacere. La scoperta è che anche il vino sta subendo ovunque, nel mondo, un potente processo di omologazione. L'industria ne sta corrompendo l'anima e il corpo, saturandolo di aromi vanigliati e fruttati, essenze diaboliche delle "menzogne devastanti del marketing". Il rischio, per Nossiter, è politico perché nel vino c'è tutto: la mano e il sudore, il sole, l'acqua e la terra, la cultura e la tradizione.