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Nel 1939 Dawid ha 15 anni. È un ragazzo della buona borghesia di Lodz, frequenta i campi di vacanza dei giovani sionisti, coglie lucidamente tutto quello che avviene intorno a lui. Al contrario del ghetto di Varsavia, su cui esiste un'abbondante documentazione, poco si sapeva del ghetto di Lodz, la cui vita viene ora illuminata da questi taccuini, ritrovati in un archivio dell'Istituto storico ebraico di Varsavia. Dawid parla della vita di tutti i giorni: la ricerca del cibo, il denaro che non vale più niente, i problemi di vestiario, gli affetti, la vita sociale. Né gli sfugge la sinistra abiezione di colui che si è proclamato "imperatore" del ghetto: quel Chiam Rumkowski cui i nazisti hanno delegato l'amministrazione del ghetto stesso.