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Nel primo volume della Grande Opera l'attenzione era focalizzata su tutto ciò che riguardava l'architettura senza tuttavia "esserlo" in senso proprio: su quanto la cultura architettonica aveva concepito nel Novecento sotto il profilo ideativo e teorico, dal materiale pubblicato in volume o sulle riviste alla diffusione mediante l'insegnamento nelle scuole e il lavoro di istituti e centri di ricerca. I volumi secondo e terzo, invece, si occupano di edifici costruiti o progettati, di luoghi concreti ed emblematici, come le città o i territori in cui sorgono, e raccolgono più di trecento voci dal taglio saggistico affidate a specialisti di fama internazionale. Concentrandosi sui "fatti" e gli "oggetti" piuttosto che sui grandi nomi che li hanno prodotti sempre esposti al sospetto di possibili distorsioni "eroicizzanti" - il lavoro di Biraghi e Ferlenga ci restituisce un punto di vista contemporaneo, lontano da ogni compilazione enciclopedica, con l'intento di "costruire un possibile scenario con quanto ritenuto memorabile tra tutto ciò che è stato progettato, realizzato e teorizzato nel XX secolo". Un'opera che non si limita a riassumere il dibattito sull'architettura moderna, ma lo suscita e lo amplia, individuando nel secolo appena trascorso le radici di temi, esigenze, necessità diventate ormai fondamentali per il tempo in cui viviamo.