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Apparso nel 1963, e ambientato nella Praga dell'occupazione nazista, questo romanzo ha proiettato Fuks alla ribalta della narrativa cèca del dopoguerra. Descrivendo in chiave paradossale e grottesca, quasi espressionistica, gli ultimi mesi di vita di un piccolo ebreo, il signor Mundstock, pavido e sensibile antieroe calato in una grigia realtà piccolo borghese, Fuks trasmetteva l'angoscia, tutta kafkiana di una esistenza dominata dalla dimensione della paura e dai complessi di colpa; ma intendeva sicuramente alludere al clima, altrettanto pesante, di un regime non meno oppressivo di quello tedesco. I fatti storici, gli elementi della cronaca della Praga del 1941 restano sullo sfondo, anche se perfettamente riconoscibili.