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"L'angelo della notte vigila con le sue grandi ali brune su tutta l'opera di Proust, immagine dell'autore che scrive (il grande recluso nell'ombra della sua stanza e che implora la protezione di altri angeli, la Volontà, il Pensiero), e insieme rappresentazione simbolica dell'essenza stessa della sua arte, immersa nel silenzio e nella solitudine". Questa celebre pagina de "L'angelo della notte" ben rappresenta il rapporto che Macchia, nel corso di una vita di ricerche, ha instaurato con l'oggetto del suo studio: un rapporto in cui il limpido distacco critico e la devozione all'autore sono votati alla ricerca di una più alta comprensione della cifra dell'intera opera proustiana.