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"Lontano lontano si fanno la guerra./ Il sangue degli altri si sparge per terra./ Io questa mattina mi sono ferito/ a un gambo di rosa, pungendomi un dito./ Succhiando quel dito, pensavo alla guerra./ Oh povera gente, che triste è la terra!/ Non posso giovare, non posso parlare,/ non posso partire per cielo e per mare./ E se anche potessi, o genti indifese,/ ho l'arabo nullo! Ho scarso l'inglese!/ Potrei sotto il capo dei corpi riversi/ posare un mio fitto volume di versi?/ Non credo. Cessiamo la mesta ironia./ Mettiamo una maglia, che il sole va via." Ironico e commosso testamento di un poeta: il colloquio con amici e con la letteratura; gli inganni e la fatica, la fierezza e la voglia di giocare.