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Nella Russia di metà Ottocento Vera Pavlovna, giovane donna intelligente e piena di talento, rifiuta il matrimonio stabilito dalla famiglia e sceglie per sé un destino diverso: si emancipa dal ruolo di oggetto sessuale impostole dalla società, conquista l'indipendenza socio-economica attraverso il lavoro, lotta per il diritto primordiale di ogni essere umano, quello alla felicità. Circondato da un'aura di scandalo e polemiche, "Che fare?" è noto soprattutto per essere il romanzo rivoluzionario dell'Ottocento russo, fonte di ispirazione, tra gli altri, di Lenin. Pur nella discontinuità dei risultati artistici, permette al lettore di cimentarsi con la più grande utopia dell'epoca moderna, colmando con la sua potenza visionaria il vuoto della fredda dottrina ideologica.