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Il seno è un organo, ma è anche «un mondo intero, è un simbolo e un centro di emozione, sentimento, parole, gesti, nutrimento, genitorialità, sensualità, pensiero razionale, poesia, rappresentazione di genere», per questo evoca in tutti, indistintamente, un caleidoscopio di sensazioni e immagini. Quello che molti non sanno, però, è che «la senologia è nata in Italia», a partire dagli studi sulla quadrantectomia effettuati negli anni Settanta allo IEO, l'Istituto Europeo di Oncologia fondato da Umberto Veronesi, di cui Alberto Luini è stato per trent'anni il braccio destro. Forte di questa decennale esperienza, l'autore ci porta in un viaggio alla scoperta di un organo che non è, come si pensa, soltanto femminile. Emerge, fin dall'iniziale descrizione dell'anatomia e della morfologia del seno, la sua importanza, sia dal punto di vista fisiologico sia da quello relazionale. Scopriamo così come cresce e come si evolve passando dall'infanzia all'adolescenza, fino alla maturità, come adempie alla funzione primaria di allattare, cosa gli accade durante e dopo la menopausa e, infine, come si ammala, in particolare quali sono i vari tipi di tumore e quali le terapie più innovative oggi a disposizione per curarli. A questo proposito Luini sottolinea in primo luogo l'importanza della prevenzione, che implica non solo l'attenta adesione agli screening clinici, ma, soprattutto, l'impegno a condurre una vita sana, lontana dai nemici del seno - alcol, fumo, stress, sovrappeso -, ma niente affatto priva dei piaceri dell'esistenza, dal cibo, allo sport, all'eros. «L'obiettivo è concentrarsi sull'equilibrio psicofisico, sull'armonia del corpo e della mente» sottolinea l'autore, poiché «il corpo non è un oggetto neutro e impassibile», ma anzi reagisce agli stimoli interni ed esterni, per esempio all'inquinamento o alla luce solare, all'ansia, alle frustrazioni o alla serenità. Questo principio, aggiunge Luini, deve fungere da guida non solo quando il seno si ammala ma, soprattutto, dopo gli interventi terapeutici messi in atto per curarlo, perché con tutte le ansie e i timori che accompagnano una diagnosi di tumore diventa fondamentale guarire non solo «fuori», ma anche «dentro». Tutti «dovrebbero concentrare maggiormente l'attenzione su uno stato di equilibrio, quindi di salute: è la prima terapia a disposizione di ogni paziente».