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Testo complesso e radicale - qui proposto in una traduzione innovativa che ne restituisce tutta la complessità e radicalità -, "Essere e tempo" (1927) non è solo il libro cui si deve principalmente la fama di Martin Heidegger, maestro dell'esistenzialismo, ma è soprattutto una delle opere più importanti della filosofia del Novecento: si propone infatti una reimpostazione di tutta la ricerca filosofica, dalla nascita stessa della filosofia fino al tempo presente. Essa intende risvegliare la comprensione di quel problema del senso dell'essere che, dopo i suoi esordi nella Grecia classica, ha finito per oscurarsi nella storia della metafisica a causa del primato implicito assegnato a una sola dimensione temporale, quella della presenza. Poiché la domanda sull'essere è tipica dell'uomo e solo l'uomo se la pone, si tratta per Heidegger di analizzare in primo luogo l'"esserci" dell'uomo, con l'effetto di approdare a una riconcettualizzazione dell'intero lessico ereditato dalla tradizione filosofica, da Platone a Hegel.