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I giornalisti che oggi accusano Marco De Sanctis per una vecchia storia non sanno quanto avventurosa sia stata davvero la sua vita dal giorno in cui, anni prima, ha stretto amicizia con un eccentrico imprenditore del digitale, poi diventato il suo mentore. Non conoscono i dettagli della cavalcata che da lì in poi lo ha portato dalla provincia al cuore di una Roma di fine impero, fra palazzi opulenti e gabbiani che rovistano nella spazzatura; un viaggio drammatico, divertente e paradossale dietro le quinte del potere e dei media in cui Marco ha trovato e perso l'amore e si è dovuto ripensare da zero, accettando che la nostra è l'età della tecnologia, fino a fondare before, un'azienda di Big Data in grado di prevedere il comportamento di milioni di consumatori. I giornalisti non sanno nemmeno che al centro dei pensieri di Marco De Sanctis ora, più delle accuse e dei sospetti, ci sia il dispositivo che sta per lanciare sul mercato e la sua capacità di rivelare il cuore oscuro degli esseri umani. Non lo sanno perché non possono leggere "Odio", la sua inaspettata e sconvolgente confessione. Daniele Rielli conferma l'abilità di unire commedia e tragedia, di creare personaggi profondi e iconoclasti e accompagnarli a un'analisi delle forze che attraversano il nostro tempo, dal tema dell'odio sociale e della sorveglianza digitale fino al riemergere del Capro Espiatorio. "Odio" è un'opera dove è facile riconoscere il crepuscolo dell'Occidente in cui viviamo ogni giorno; le conseguenze che ci attendono appena oltre l'orizzonte sono però quelle che non osiamo immaginare - anche se si nascondono dentro ognuno di noi dalla notte dei tempi.