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Nel 2008, a sessantun anni, Lucile si toglie la vita. Perché? Non è una domanda a cui si possa dare risposta, e la figlia, Delphine de Vigan, già affermata scrittrice, per molto tempo resiste all'idea di dedicarle un libro. Ma c'è una «luce segreta venuta dal nero» a sedurla e a farle riprendere la penna in mano. Lucile era una donna bellissima, ammirata e desiderata, che portava in sé da sempre una ferita profonda, la traccia di un dolore innominabile. La sua tragica morte esige almeno di avvicinarlo, quel dolore. Per combattere il potere distruttivo del silenzio, Delphine inizia a scavare nella memoria familiare. Per arrivare a scoprire il coraggio e l'amore che stavano dietro il sorriso d'oscura dolcezza di sua madre. E renderle così l'omaggio più bello: un ricordo di carta e un destino di personaggio.