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L'enigmatico protagonista dei "piccoli poemi in prosa" che costituiscono «Lo spleen di Parigi» è un flâneur solitario che si aggira per i «labirinti di pietra» di Parigi, ama appassionatamente il mistero ed è pronto a trovare seduzioni e malie a ogni angolo di strada. In lui le «fiamme della fantasia» possono accendersi «soltanto sotto il lutto profondo della Notte», e al suo vagabondare dietro le facciate delle case corrisponde il vagabondaggio di una prosa che insegue gli «ondulamenti della fantasticheria» e i «soprassalti della coscienza», sempre pronta a smarrirsi per ritrovarsi più vicina alla verità. È l'esplorazione della vita moderna, il viaggio in fondo alla notte, nel vortice in cui Baudelaire è stato uno dei primi ad avventurarsi, in quell'abisso dove sono sospesi per un eterno attimo il bene e il male.