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Nella Costituzione degli Ateniesi Aristotele analizza la storia dello Stato ateniese dal regno mitico di Teseo fino al 403 a.C.; e presenta le istituzioni e i fondamenti della Costituzione alla fine del V secolo - l'efebia, la bulé, l'arcontato, l'elezione e il funzionamento delle magistrature, l'organizzazione dei tribunali -, lasciando intravedere una rudimentale suddivisione dei poteri esecutivo, legislativo e giudiziario. Troppo acuto per non comprendere che la grande parabola di Atene si era ormai conclusa, Aristotele riesce a mantenersi lontano dallo spirito di parte e dall'idealizzazione retorica. La sua disamina costituisce ancora oggi una fonte imprescindibile sulla storia della più gloriosa fra le città greche, quella che più di ogni altra ha influenzato la cultura dell'Occidente.