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"Il mondo, forse, fu contento di aver perso ogni traccia di me, per un po' di tempo". Giunto a cinquantacinque anni pieno di donne, figli e denaro, Eugene Henderson fugge nel cuore dell'Africa alla ricerca di verità elementari sul mondo e su se stesso. Entusiasta e intraprendente, si tuffa in una sorta di viaggio fantastico e crede di trovare in quella civiltà e in quei paesaggi così diversi la propria identità. Ma l'Africa lo sorprenderà mostrandogli il volto più ambiguo. In "Henderson il re della pioggia" (1959) Saul Bellow mette per la prima volta in scena un uomo che non si lascia condurre dagli eventi ma cerca di guidarli. Non manca tuttavia il tipico motivo bellowiano della sconfitta e dell'incapacità di vivere appieno le libertà offerte dalla vita. Un ritratto comico, e insieme inedito e corrosivo, del tradizionale "innocente" americano.