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"Non è un caso che Agatha Christie abbia lasciato ben ventidue raccolte di racconti gialli: una mole di testi che, anche sul piano meramente quantitativo, costituisce una porzione rilevante della sua opera di giallista. E poi, non sarà senza motivo se lei, Agatha, ha a più riprese manifestato particolare affetto per i suoi racconti. Dati i limiti di estensione imposti dalla forma del racconto, in essa la scrittrice risulta in certo qual modo 'costretta' a concentrare avvenimenti, azioni e deduzioni nello spazio di poche pagine, con risultati che talora hanno del sorprendente: l'intreccio diviene teso, i dialoghi si fanno serrati e rivelatori, i personaggi vengono presentati e quasi 'evocati' con poche, abilissime pennellate di colore. Del resto, a chi una volta le parlò dei suoi racconti migliori come di romanzi in miniatura, opportunamente e significativamente Agatha Christie fece osservare che, a suo giudizio, si trattava di opere letterarie a sé stanti, dotate di loro precise caratteristiche." (dall'Introduzione di Federico Roncoroni)