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Il notaio criminale Niccolò Taverna è tornato. E con lui tornano i delitti e i misteri nella splendida cornice della Milano cinquecentesca. 1576, agosto, il caldo infuria, ma Niccolò Taverna non può riposare e godersi la compagnia di Donna Isabella Landolfi, bellissima, intelligente, indipendente. Questa volta deve fronteggiare due casi contemporaneamente. Come se non bastasse la peste, un misterioso assassino armato di balestra va in giro a ridurre ulteriormente la popolazione di Milano. Le vittime sembrano scelte a caso, senza una logica, senza un movente. E arriva la notizia che dei banditi hanno sequestrato i figli di Don Carlos de Alcante, ricchissimo nobile spagnolo, amico personale del governatore Guzman. Rapitori e ostaggi sono asserragliati in un magazzino di pietre e sabbia sulle rive del Naviglio Grande, obbligando le autorità cittadine a chiudere l'accesso ai canali, bloccando così il flusso di materiali necessari all'ultimazione del Duomo, voluta, dopo quasi due secoli dall'inizio dei lavori, dall'arcivescovo Carlo Borromeo in persona. Il capo dei banditi, Lasser de Bourgignac, fa delle richieste assurde, è spietato, crudele e molto sicuro di sé. Anche troppo. E se ci fosse qualcosa di più di quanto appare?