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"Amo gli uomini del pressappoco e odio, o per meglio dire non mi sono simpatici, quelli che hanno le certezze assolute. In pratica amo quelli che parlano, che ascoltano, che cambiano parere". In un momento storico in cui i fondamentalismi tornano a insanguinare il mondo e vecchi e nuovi assolutismi offrono certezze in cambio di fedeltà cieca, il pressappoco è (o meglio "sembra") una medicina salutare di cui si sente sempre più il bisogno. E chi meglio di Luciano De Crescenzo, relativista di scuola partenopea, poteva scrivere questo elogio del dubbio preventivo? "I principali nemici del pressappoco - spiega - sono i religiosi, i politici, gli innamorati e i tifosi di calcio." Per non parlare del telefonino, del computer... Ogni materia infatti ha il suo pressappoco: quello della musica ad esempio è il jazz, quello del sesso la masturbazione.