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La 'Monarchia' espone il pensiero di Dante sul rapporto tra il potere statale e quello papale. Stabilito che è allo Stato che spetta la supremazia, si chiarisce che questa non può non avere come riferimento l'autorità papale, a cui occorre guardare con "quella reverenza che il figlio primogenito deve usare nei confronti del padre ". Tale soluzione viene sostenuta sulla base del metodo sillogistico aristotelico, grazie al quale Dante dimostra, argomenta, confuta tesi avversarie, costruendo passo passo la sua difesa della monarchia universale. Alcuni decenni dopo la morte dell'autore comparve il 'Commentario' ghibellino di Cola di Rienzo qui in prima traduzione italiana assoluta - e, a distanza di quasi un secolo, la traduzione in volgare di Marsilio Ficino.