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"A capofitto" racconta le strampalate vicende di Gombro, un picaro moderno, un poeta ambizioso e un po' inetto il cui destino sembra inesorabilmente segnato da un'irrefrenabile caduta verso il basso corporeo: la pancia, il sesso e il cibo. Procedendo per accumoli ed eccessi, il racconto ha il potere di capovolgere tutto, di rendere risibile il sacro e doloroso il comico. Un libro scritto, come dice lo stesso autore, "cercando un'impossibile convivenza tra Cèline e Campanile, fra i Mistici e i cartoni animati".