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Ogni anno l'UNESCO, l'Agenzia delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura, riceve numerosissime richieste e, dopo una procedura complessa, iscrive nuovi beni nella Lista del Patrimonio Mondiale, la raccolta delle eccellenze culturali e naturali che l'Umanità intera si incarica di preservare per il futuro. Il libro, dopo aver presentato origine e dinamiche della Lista, caratteri e problemi delle iscrizioni, vantaggi e obblighi che ne derivano, analizza la situazione italiana e poi apre un focus su Verona, inserita nel 2000. Tutta costruita su documenti d'archivio, la cronistoria della candidatura veronese svela i meccanismi opachi della competizione ed incrocia il 'paradosso del Club UNESCO', cioè le contraddizioni delle moltissime località che vogliono entrare nella Lista, ma poi - dopo la fatica dell'impresa e l'orgoglio del risultato raggiunto - non sanno utilizzare il brand UNESCO come generatore di conseguenze innovative. Partendo dal 'caso Verona', il libro apre una discussione sul perché oggi in tanti vogliano 'chiamarsi UNESCO', su quanto vale e quanto rende questo riconoscimento, e invita a rileggere i beni Patrimonio dell'Umanità interrogandosi su cosa e come amministratori e abitanti stanno conservando e migliorando dei beni ereditati per lasciarli alle generazioni future.