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La stabilizzazione della democrazia italiana in condizioni di ordinata libertà rappresentò l'autentico obiettivo della politica degasperiana di "Stato forte", cioè di quella legislazione che lo statista trentino cercò di sviluppare in piena "guerra civile fredda" per prevenire attacchi interni e boicottaggi a favore del nemico esterno. Ispirata dalle tragiche esperienze di crisi dell'autorità che accompagnarono la caduta dei regimi democratici in Italia e in Germania, la concezione degasperiana di uno "Stato forte" per l'autotutela della democrazia dai suoi nemici assunse un peso preponderante nella politica del centrismo dopo lo scoppio della guerra di Corea nel giugno 1950. Escludendo di ricorrere a misure extra-legali per lo scioglimento di partiti di opposizione, le scelte di De Gasperi contro il pericolo totalitario offrono la possibilità di rivedere in profondità la linea interpretativa degli studiosi che hanno riscontrato in quella legislazione unicamente uno strumento di delegittimazione della sinistra comunista e di transizione verso un regime semi-autoritario di "democrazia protetta".