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Ermione, figlia di Elena, che l'abbandonò ancora piccola per seguire Paride a Troia, è costretta dal padre Menelao e dalla ragion di stato a sposare Neottolemo, l'impetuoso figlio di Achille, rinunciando così al suo amore per Oreste. Rispetto alle versioni tragiche del mito, ricostruibili dai frammenti e dalle testimonianze indirette, nell'ottava eroide Ovidio presenta la storia di Ermione in chiave elegiaca e soggettiva come espressione della complessa psicologia di questa eroina: nel dramma presente dell'amore infelice Ermione rivive il dolore infantile della perdita della madre, dimostrando la produttività del trauma antico come matrice di sofferenza e pessimismo. Il libro, oltre a esaminare tutti questi aspetti nell'introduzione e nel commento, offre un'edizione dell'eroide con testo critico e traduzione.