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"Gottfried vide sorgere il sole. Il cielo era diafano e, nel rugiadoso silenzio dell'alba, i netti contorni degli alberi e delle case gli apparvero più familiari e cari che mai. Avrebbe voluto scendere giù per vedere quelle cose da vicino, per toccarle. Avrebbe voluto immergersi nel suo mondo... Nessuno glielo impediva. Gli mancava solo la forza. Senza la quale ogni movimento è impossibile. E quella forza, lo sentiva, non sarebbe più tornata. Un'opaca voce interiore cercava di convincerlo a ribellarsi e a difendere l'intimità della sua casa; un'altra voce, molto più credibile, gli diceva invece che era impotente, che il rispetto e il pudore non erano più virtù correnti e che tutti avevano il diritto di penetrare in quello che era il suo santuario. Affiorò in lui una tristezza infinita. Se ne stava ancora, irrigidito, davanti alla finestra della cucina. Fissava annientato la dissoluzione del suo unico rifugio. E tremava di freddo."