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Zigaina delinea in sequenze oniriche alcuni episodi della sua infanzia: storie di persone e di luoghi che restano come incisi nella memoria. L'incontro con la figlia di un'artista, Elisa, che si rifugia dalla Milano bombardata nel Carso, la città di Udine liberata dagli alleati, il fischio dell'Orient Express, il viaggio in nave con il padre da Trieste fino a Lisbona, il concorso di pittura per giovani fascisti, il disertore che si nasconde nei boschi del Friuli. Zigaina racconta della mitica fondazione di Aquileia, antico centro dedito al commercio, poi fulcro della cristianizzazione e quindi dell'eresia, e interpreta la rappresentazione pavimentale a mosaico di Giona nel Duomo come una "messa in scena" della morte e della resurrezione, tema tanto caro al suo amico Pasolini. Nella rappresentazione dell'ariete si manifesta il ricordo del padre e il desiderio di immortalità.