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Emilio Pucci aveva una passione per le donne, un senso visionario dello stile e un occhio particolare per il colore e il design. Grazie a questi talenti creò una casa di moda che si distingueva da tutte le altre. Agli albori degli anni '50 la sua boutique sull'isola di Capri forniva a ricche aristocratiche, ereditiere e star del cinema i famosi pinocchietti (o pantaloni alla Capri), sciarpe di seta e abiti leggeri. Al termine di quel decennio, Jacqueline Kennedy e Marilyn Monroe indossavano i suoi abiti e a metà degli anni '60 la sua griffe era sinonimo dello stile di vita dorato del jetset internazionale. La moderna epopea di Pucci affonda le proprie radici nell'Italia del Rinascimento: il fondatore della maison, il marchese Emilio Pucci di Barsento, era un aristocratico carismatico il cui lignaggio risaliva al quattordicesimo secolo. È la storia di un'evoluzione: una piccola ditta di famiglia che da piccolo negozio è diventata una catena internazionale. Ed è anche una storia di innovazione: Pucci è stato uno dei primi brand a dotarsi di un logo e un pioniere della diversificazione, firmando abbigliamento sportivo, oggetti per interni e accessori. La maison Pucci ha introdotto un tipo di tessuto leggero e stampato a colori vivaci e una nuova palette nella moda femminile, ed è sempre alla ricerca di nuove tecnologie nei tessuti e nella stampa. Attraverso centinaia di fotografie, disegni e istantanee provenienti dagli archivi della Fondazione Emilio Pucci, questo volume in formato gigante è in grado di catturare l'eleganza e le suggestioni di un brand unico. Il testo di Vanessa Friedman contestualizza la produzione di Pucci all'interno della storia della moda e presenta la dinastia di questa famiglia.