Il brigantaggio post-unitario come problema storiografico. In appendice «Analisi politica del brigantaggio attuale nell'Italia meridionale» di Tommaso Cava di Di Rienzo Eugenio - Bookdealer | I tuoi librai a domicilio
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Il brigantaggio post-unitario come problema storiografico. In appendice «Analisi politica del brigantaggio attuale nell'Italia meridionale» di Tommaso Cava

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Il fenomeno del cosiddetto "banditismo politico" non fu solo la prima guerra civile italiana ma anche un conflitto interno alla Nazione napoletana, da leggere come fase culminante della guerra di fazione, insorta già nel 1848 all'interno della borghesia provinciale meridionale, tra "galantuomini liberali", collusi con la camorra napoletana, la delinquenza comune, le "mafie" pugliesi, lucane, calabresi e "galantuomi legittimisti", sostenitori e finanziatori dell'insorgenza antiunitaria (come la famiglia di Giustino Fortunato). Due ceti sociali che, dal 1860 fino almeno al 1868, si trovavano, gli uni contro gli altri armati, nella lotta intestina per l'acquisizione o la conservazione di margini di potere economico e politico, tra le cui fila l'opportunismo e l'amore per la "roba", per citare il titolo di una novella di Giovanni Verga prevalsero, molto spesso, soprattutto nel fronte dei novatori, sulle motivazioni ideali.

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