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«"I diritti dell'uomo, per fondamentali che siano, sono diritti storici, cioè nati in certe circostanze, contrassegnate da lotte per la difesa di nuove libertà contro vecchi poteri, gradualmente, non tutti in una volta e non una volta per sempre". Questa riflessione che Norberto Bobbio ha elaborato, con riferimento alle guerre di religione di età moderna ed allo snodarsi del rapporto Stato-cittadini, suscita suggestioni e spunti di metodo che si prestano a valicare il proprio confine spazio-temporale e ad estendersi ad un'analisi che osservi diacronicamente l'atteggiarsi della società e dell'ordinamento al cospetto delle 'disabilità' e dei loro universi. Su tali quaestiones l'uso del plurale appare doveroso, per almeno tre ragioni. È sollecitato innanzitutto dal tema generale in cui si inscrive questo volume, considerando che "i disabili non costituiscono un gruppo omoge-neo" e che un macrocontenitore capace di comprenderne tutte le tipologie e varianti non è mai esistito, se non in alcune circostanze per praticare in blocco esclusioni giuridiche e sociali. La forma grammaticale scaturisce dal volto sfaccettato e composito del raccordo tra salute, fattori personali e ambiente, ma anche dall'oggetto specifico, di per sé duplice e non omogeneo, che mira a far luce sulla distinta condizione dei minorati dell'udito e dei soggetti privi di vista. In ultimo è dettata dalla complessità delle problematiche e delle esperienze impattanti sulla sfera del jus che, attraversando concezioni, regole e prassi in costante svolgimento, le ha recepite o forgiate...» (Dalla Premessa)