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Nel corso del XIX secolo Torino fu la principale sede di elaborazione e discussione delle teorie evoluzionistiche in Italia, proprio negli stessi decenni in cui la città fu il fulcro di eventi decisivi per la storia del nostro paese. A partire da tale duplice centralità, questo studio ricostruisce le vicende dell'evoluzionismo torinese mettendo in evidenza le interferenze tra gli indirizzi di ricerca dei naturalisti e le fasi della trasformazione politico-sociale. Nel quadro di una lunga continuità di studi, dapprima orientati dal trasformismo di Lamarck e poi approdati al paradigma darwiniano, si distinguono le figure di Franco Andrea Bonelli, Filippo De Filippi e Michele Lessona. I tre zoologi, autorevoli sostenitori dell'evoluzionismo, furono protagonisti dei momenti chiave della sua affermazione e lo promossero anche al di fuori della cerchia accademica. Attraverso l'analisi di fonti manoscritte e a stampa, l'Autore esplora la produzione e l'uso delle tesi sulla variabilità delle specie alla luce dei contemporanei orientamenti politici e religiosi. La tradizione di pensiero torinese si rivela così un significativo esempio degli scontri e delle alleanze tra ricerca scientifica e potere, che furono determinanti nella storia delle dottrine evoluzionistiche.