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Il paesaggio può essere considerato oggi non più un semplice oggetto della conoscenza scientifica o della percezione estetica ma una chiave interpretativa della realtà, una categoria attraverso cui è possibile riconoscere e rappresentare gli elementi materiali e immateriali impressi dalle azioni naturali e antropiche sul territorio. Tale interpretazione, che trova le sue origini negli studi delle discipline geografiche del XIX secolo, rende possibile una serie significativa di considerazioni. Da un lato, la compresenza di processi di trasformazione molto diversi, cui i paesaggi contemporanei sono sottoposti, ha generato una crisi dei modelli di sviluppo fino ad ora conosciuti ed evidenzia una situazione sensibilmente compromessa, soprattutto del contesto italiano; dall'altro, i tradizionali strumenti di pianificazione non appaiono più adeguati alla comprensione e alla gestione della complessità di tali processi. Il libro si inquadra in questo scenario, alla ricerca di un metodo di indagine che possa divenire un valido supporto alle politiche di monitoraggio e gestione delle dinamiche evolutive del paesaggio. Attraverso la presentazione di metodologie analitiche e valutative elaborate in seguito alla sottoscrizione della Convenzione Europea del Paesaggio e l'illustrazione di una selezione di buone pratiche attivate nel nostro Paese, il lavoro esplora dunque le potenzialità di un diverso ruolo del paesaggio quale possibile strumento trasformativo e motore delle politiche territoriali, a partire dall'individuazione di fattori e parametri per l'implementazione di nuovi modelli organizzativi del territorio.