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Un re che fugge gettando il gran sigillo del regno nel Tamigi, una nuova dinastia di sovrani che il Parlamento chiama da lontano saltando con disinvoltura oltre cinquanta pretendenti con maggior diritto al trono, un gruppo di ministri che si pongono al centro del sistema senza un solido appiglio normativo ed una figura di Primo Ministro che si afferma malgrado le alte grida di chi contesta l'incostituzionalità del suo ruolo, il passaggio dall'Inghilterra alla Gran Bretagna, al Regno Unito, che talvolta sembra più il frutto dell'espansione inglese che la nascita di una realtà nuova, la Corona che perde una ad una (quasi tutte) le sue gemme, mentre la rivoluzione, o almeno il precipitare nel caos, appare a più riprese dietro l'angolo. Tutto si può dire, fuor che la storia della costituzione britannica in quel secolo lungo che va dalla Glorious Revolution del 1688, con la cacciata del re cattolico Giacomo II e l'arrivo di Guglielmo d'Orange, alla grande riforma elettorale del 1832, sia monotona. In questo arco di tempo si formano le istituzioni che daranno vita all'illustre modello di Westminster, destinato a diventare quasi un mito nella storia (e nella politica) del diritto costituzionale: questo volume mira a tracciare il percorso in cui, nel silenzio quasi assoluto delle norme, si è compiuta questa metamorfosi davvero rivoluzionaria.