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Uscito senza indicazione di autore nel novembre 1926 nelle Edizioni del Baretti, 'Oreste. Cronache di moralità provvisoria a cura di Pilade' era opera di Guglielmo Alberti (1900-1964), letterato e cultore di cinema, collaboratore di "Primo Tempo" e del "Baretti", amico fraterno di Alessandro Passerin d'Entrèves. Alberti rivisita il mito di Oreste in chiave moderna e delinea un personaggio gravato da sensi di colpa che, soffrendo della sua inconcludenza e della impossibilità a realizzarsi, si specchia nelle sue creature poetiche, come nell'infelice Taddeo che perde l'amata. Sapegno commentò lo scritto come documento autobiografico della loro generazione e Montale vi trovò "qualità di finezza letteraria e di humour" che anche il lettore di oggi può apprezzare.