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Il viaggio per mare con Kant, metafora del viaggio dell'esistenza, prende spunto da una navigazione concreta del grande di Königsberg, che consente di confrontarci con le tematiche dell'abisso e della prospettiva, del conferimento di senso alla vita basato sulla libertà e sulla volontà rispetto alla sconsolata casualità o al rigido determinismo della causalità meccanica, al caso o al destino. Il dialogo che Kant intraprende serrato con Platone e con Hume, con Leibniz e con Epicuro ci conduce a meditare su nuclei noetico-esistitivi di importanza capitale. La padronanza di sé, indispensabile per poter affrontare con saldezza la navigazione e dirigere il timone della rotta, supera gli esiti scettici di una prospettiva meramente fenomenica e ancora la spazio-temporalità nel suo fondativo sostrato noumenico. La relazione indissolubile tra la realtà della libertà, la sua coappartenenza all'incarnazione eristica e la prospettiva teandrica costituiscono i fari che illuminano l'incedere della nave nel mare aperto della vita.